Se la Magnum abbraccia l’uomo dell’iPhone
Nel blog “Fuori Fuoco” del sito di National Geographic Italia, Marco Pinna ha pubblicato lo scorso anno un articolo che tocca un tema molto dibattuto ed attuale: utilizzare uno strumento come iPhone e relative app può essere considerato fare fotografia? Quanto conta realmente lo strumento nel realizzare una fotografia?
Premessa: personalmente sono convinta che ognuno sia libero di usare il mezzo che ritiene più idoneo per esprimersi, ciò che realmente ha valore è il contenuto di un’immagine, non come è stata realizzata.
Molto tempo fa mi recai a Verona per visitare un importante evento di arte contemporanea con il mio carissimo amico Andrea, che in quest’ambito ha una competenza decisamente vasta e approfondita. Ero molto orgogliosa di essere con lui, dato che la mia ignoranza in materia è pressoché assoluta: certamente avrebbe potuto aiutarmi ad avvicinarmi a questo genere a me sconosciuto e così ostico. Di fronte ad un’opera che per la sua astrusità aveva generato nel mio cervello una sorta di punto interrogativo gigantesco, gli chiesi come avesse fatto l’autore a realizzarla.
“Quando smetterai di chiederti ‘come’ e inizierai a chiederti ‘perché’ avrai compiuto un passo enorme”.
fu la risposta. Naturalmente aveva ragione: è forse importante sapere con quali pennelli dipingessero Picasso, Van Gogh o Caravaggio? Allo stesso modo, cosa c’è di così riprovevole e scandaloso nello scattare una foto dal contenuto “potente” con un iPhone? Forse l’uso di uno strumento così “non convenzionale” per la storia della fotografia “tradizionale” inficia il valore dell’immagine stessa? Certamente no. Di fronte a un PERCHE’, il COME è poca cosa.