Kathmandu, 12 maggio 2015 ore 12,35. Nel cortile della guesthouse del centrale, colorato e caotico quartiere Tamel l’atmosfera familiare mista a sorrisi e sguardi intensi degli occhi profondi di un popolo semplice e di animo profondamente gentile, viene improvvisamente interrotta da un lunghissimo, inquietante silenzio. Tutto si ferma, il traffico, il caos, la brulicante frenesia che regna nelle città orientali. Percepisco come un tintinnio sempre più forte e intorno a me gli edifici e gli alberi iniziano ad oscillare come soffiati via dal vento durante una tempesta. Sento vetri e suppellettili infrangersi, finestre sbattere violentemente, non riesco neppure a stare in piedi, ogni cosa perde il suo naturale riferimento logico, tutto sembra improvvisamente capovolgersi e stravolgersi. Un profondo ruggito rabbioso e assordante emerge dalle viscere della terra e accompagna quello che per un interminabile minuto appare ai miei occhi, alle mie orecchie come la fine del mondo. In strada la gente, già duramente provata dalla terribile scossa del 25 aprile, corre impazzita cercando di sottrarsi alla furia devastante del terremoto. Tamel, come tutti i quartieri centrali, è un budello di vicoli stretti circondati da vecchi edifici, molti già crollati, altri seriamente danneggiati che potrebbero collassare e travolgerti. Chi può fugge in auto, in moto, in bici o con qualunque altro mezzo verso le zone aperte, il traffico è in tilt rendendo ulteriormente difficile l’intervento dei soccorsi e dell’esercito. Molti si radunano in una piazza e durante le numerosissime, interminabili scosse di assestamento pregano, si danno conforto l’un l’altro come possono, piangono in un composto silenzio, alcuni in preda ad attacchi di panico si abbandonano alle cure dei soccorritori.
L’epicentro viene registrato vicino al Monte Everest, 83 km a est di Kathmandu, nei pressi del confine cinese. La scossa di intensità 7.4 viene avvertita in tutto il Nepal ed in India, provocando almeno 58 morti e oltre 1.000 feriti, dando il colpo di grazia agli edifici gravemente lesionati e a tutti quelli puntellati. Il suolo nella zona dell’epicentro si è sollevato di 70 cm.